1° classificato
Marco Ferraresi
Un pensiero sulla “cultura”
Metamorfosi
Da roride fonti
e anelanti sorgenti
ho bevuto le più nobili acque:
ho scoperto legami ancestrali
con mondi infiniti,
mai nati e imperituri,
retaggio di un cosmo impensato.
Ho gustato le acque più fresche,
come la loro memoria infinita,
l’acqua delle vette più alte,
come alto è il loro dominio;
le ho cercate per vani secreti,
coma Parola che schiuda ogni porta.
Dopo aver scalato ogni cima,
e sudato gocce di nettare divino,
ho assaggiato autentiche nevi
disciolte dal sole più puro:
d’un tratto apparvi a me stesso
una singola cosa
con quell’umide fonti
con quell’acque agognate
con la stessa corrente
che scende ogni volta alla valle
per ivi mirar l’Assoluto.
Luna
Una scia di luce
trascinata sull’acqua
persa all’orizzonte
confuso nel buio
del cielo notturno:
ignota strada
della Speranza.
2° classificato
Paolo Arnaud
Nessuno
è sceso mai
due gradini
più
in basso.
Mi avrebbe
trovato.
Disperato
incatenato
alla
mia
vita.
3° classificato
Ivan Nossa
Patente
Chi mi ha dato la patente,
per viaggiare in questi giorni?
Eppure viaggio.
Caos, traffico, urla, morti.
Molto più semplice guidare nella nebbia
della nostra Pianura Padana.
Devo proseguire. Ora.
Chi mi insegna la paziente attesa
di un semaforo verde,
quando la vita va così di fretta?
Tutti corrono.
Come potrò non schiacciare l’amico
che attraversa onesto sulle strisce?
Mi spingono.
Come posso non andare contromano
quando quella è l’unica corsia libera?
Mi investono?
Cercasi:
qualcuno
che dia la patente per guidare la vita,
qualcun altro
che abbia voglia e saggezza per imparare.
4° classificata
Maria Clara
Tra le pagine d’un libro
Briciole di pane
ho ritrovato tra le pagine
d’un vecchio libro di latino.
Briciole di pane scuro
che ritornano
come figlie di Eolo
per alitare il fascino
degli anni in erba,
per ricordare la ricchezza
d’un pasto povero
sulle ginocchia.
Briciole di casa mia
che echeggiano certezze
e confermano solide intuizioni
nella vivacità di un’anima
in esplorazione.
Briciole calde di gioventù
sono rimaste tra le pagine
d’un libro amico
per ritornare come stelle
in un attimo di nostalgia.
5° classificata
Gabriella Giordano
Ho visto spegnersi…
Ho visto spegnersi
le luci della strada,
nell’ora ormai bianca
della prima mattina.
E nello spazio
tornato bruno per un momento
s‘è trattenuto il Sogno,
che già si stava allontanando.
6° classificata
Maria Luisa Castelli Ferraris
La meta
La piega amara del labbro
che più non ride giulivo,
la mano del tempo
che incurvare ti fa
le spalle ormai stanche
e i laghi profondi di neri pensieri,
che liquidi rendono
gli occhi lontani,
ti fanno sentire,
tra i radi capelli, il soffio del tempo,
che sempre giovane e forte
ti spinge incurante
alla meta che speri lontana.
7° classificato
Carlo Buffolino
Dolci vecchietti
Il vino scuro, rosso, denso;
Dell’ultimo bicchiere.
Mentre bottiglie vuote son sparse in giro,
Vecchietti dalle teste chine,
Si aggrappano con stanchezza al tavolo da gioco,
Come ultimo baluardi di una stanza in movimento.
La giornata è finita.
Il sole vermiglio bagna le finestre.
Pensieri senza logica,
Come nuvole di fumo, viziano l’ambiente.
Le carte da briscola ormai inutili,
Son come foglie sparse al vento.
8° classificata
Maria Teresa Zanafredi
È tempo di cercarti
S‘è affievolita
la forza
di dissodare una terra di pietra;
è svanita la voglia di sognare.
È tempo di capire
il tuo silenzio,
l’indifferenza
a tutto ciò che ci annienta.
È tempo di cercarti
nelle grandezze sconfinate,
nella vertigine dei cieli
e già…
la tua assenza mi invade.
L’ignoto mi spaventa
ma la tua eco
mi giunge onnipotente.
Forse vuoi riprenderti
i frammenti della mia vita…
e già avverto la tua presenza.
Un giorno… forse,
quando varcherò
la soglia del tuo regno,
capirò… perché ti ho amato,
saprò… perché ho vissuto.
9° classificata
Maria Luisa Beck Peccoz Spanò
Vorrei…
Vorrei
che ogni tanto
le tue parole
diventassero così lievi
da infilarsi ovunque
per raggiungermi.
Vorrei che le tue parole,
quelle più vere,
acquistassero
dimensioni minuscole,
aeree,
per volare
col vento di questa primavera
con il polline e le foglie,
per toccare,
impercettibili agli altri,
il mio sentire più remoto.
Come una carezza inaspettata,
inusuale,
traguardo
di mille desideri,
simbolo
di un’unica gioia.
Vorrei che le tue parole,
le rare parole
nate solo per me,
imparassero a scavalcare
il muro che ci separa
e accettassero
orgogliosamente,
incondizionatamente
di essere mie.
10° classificato
Matteo Gubellini
Crepa crepaccio
mi straccio poco a poco,
mi faccio trasparente e fioco,
il lamento si fa roco.
Infine taccio.
11° classificata
Anna Maria Bonfiglio
Un’altra luce
La luce di un’altra estate illumina
quell’angolo dove i tuoi passi padre
erano il fumo della sigaretta
che tu rubavi al sorvegliato assillo
Le nostre solitudini assediate
da quel dolore giunto ancora prima
che si verificasse la partenza
E questo nodo che mi artiglia il petto
nel ricordo della tua sofferenza
che fui impaziente di veder cessare
è un’altra solitudine – più amara – una catena d’infiniti anelli
da cui non salva nessun’amnistia
Ora la stessa luce è un’altra luce
e un altro suono ha lo stesso riso
e niente è più perverso
di questa luce che avvelena gli occhi
di questo riso che arde nella gola.
12° classificato
Sergio Barbieri
Il veliero del tempo
Sono ormeggiato al molo della vecchiaia:
dove antichi sogni corsari rammendano reti
su spiagge assolate…
e illusioni bambine dondolano come barche
dalle vele di pizzo ricamato…
dove ricordi giovinetti passeggiano scalzi
nei labirinti dei primi amori…
e le gioie e le delusioni danzano abbracciate
languidi slows…
ma logore nostalgie camminano lente
appoggiandosi ai bastoni dei rimpianti.
Il Veliero del Tempo è alla fonda – tra le rocce più riparate del porto – e già un nocchiero unge d’olio di sansa
l’argano di recupero dell’ancora.
E poi sarà il mare aperto: l’Infinita Eternità.